Dopo anni di ricerche e verifiche, si è accertato che Campomarino avesse attivi, nel 1945, ben cinque campi di volo, dei quali il più grande era chiamato Campo Biferno. La costa molisana era ritenuta strategica per colpire la Jugoslavia, l’Albania e la Grecia. Pertanto, a sud di Termoli, nelle vicinanze del Fiume Biferno, in agro di Campomarino Lido, è stato realizzato un aeroporto in una vasta zona di campagna pianeggiante.
L’aeroporto fu costruito dagli ingegneri dell’esercito USA, in occasione dell’occupazione in Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale e precisamente nei primi mesi del 1944, come parte del Complesso aeroportuale di Foggia. La pista di controllo dell’aeroporto, denominato Biferno, era stata realizzata su un piano di grelle metalliche disposte parallelamente alla linea di costa. Il passaggio dell’Aviazione Alleata a Campomarino è stato importante e incisivo. Diverse compagnie decollavano in zona per liberare l’Europa dal Nazismo: la Regia Aeronautica, la Desert Air Force, la Balkan Air Force e la 15A Air Force. Questa era la terra dei piloti del Commonwealth che seppero sostenere la risalita alleata in Italia e liberare i Balcani dalla macchina bellica di Hitler. Per la prima volta dopo l’armistizio dell’ 8 settembre del 1943, dall’Aeroporto Biferno, l’Aeronautica Militare Italiana volò al fianco degli Alleati. Altri campi di aviazione, oltre a Campo Biferno, erano Madna e Ramitelli. Due campi di aviazione che hanno fatto la storia militare e sociale degli Stati Uniti d’America. Madna generò 15 assi di guerra, mentre Ramitelli fu l’unico campo di volo al mondo in cui operarono i primi piloti neri dell’aviazione statunitense. Uomini che stavano lottando due guerre: una contro Hitler e l’altra contro il pregiudizio razziale della società americana di quegli anni.
Il Campo Biferno, oggi Lungomare degli Aviatori, è stato operativo nei primi mesi del 1944. La guerra finiva l’8 Maggio del 1945 e i campi di volo di Campomarino, dislocati in prossimità della costa, rimasero tutti operativi fino alla fine del conflitto. Oggi, di una pagina di storia importante del 900 che seppe restituire all’Europa la sua libertà e 64 anni di pace, rimane il ricordo dei piloti, degli aerei e delle grelle.
I nonni e le nonne di Campomarino ricordano ancora l’aeroporto e i suoi soldati. Ricordano tutti quei ragazzi che hanno ospitato nelle proprie case – italiani, inglesi, americani, sudafricani, greci – per restituirgli un po’ di quel calore domestico, dal quale erano stati strappati per fare la guerra. Nonostante la povertà, nonostante si vivesse in un periodo in cui nulla più si possedeva, i campomarinesi hanno condiviso tutto quello che avevano con chi veniva a liberarli dal fascismo.